sabato 15 gennaio 2011

LITOLATTA


La gran ricerca di movimento, simultaneità, dinamicità e di macchina come rivoluzione e forza trainante della società ha portato i futuristi a considerare anche il libro una sorta di macchinario, uno strumento da fruire come oggetto manovrabile. Tullio d'Albisola e Filippo Tommaso Marinetti nel 1932 trasformano un libro in un oggetto di metallo che allude a una macchinario. Fogli metallici, rilegatura composta da due bulloni con dadi: «imbullonato come un motore pericoloso può costituire un'arma-proiettile inclassificabile non si può collocare in libreria e neppure sugli altri mobili che potrebbe scalfire».
Così se con il papiro si svolgeva uno srotolamento, con il libro uno sfogliamento con il lito-latta tutto cambia: il verbo sfogliare che rimanda a un qualcosa di leggiadro ora deve essere associato a delicatezza in quanto le pagine di metallo possono ferire nell'atto di girar pagina.
È questa una provocazione atta a descrivere le evoluzioni che sta compiendo il libro: si va imponendo un nuovo modo di leggere che implica un rapporto fisico con la macchina passiva (libro). 

Nessun commento:

Posta un commento