domenica 9 gennaio 2011

Oltre la parola



La comunicazione del libro è un qualcosa di misterioso, enigmatico, mistico; si stacca dall'artista per assumere la sua propria personalità divenendo così un soggetto indipendente con un suo spirito e una sua vita concreta. La sua autonomia deriva dalla sua forma: con il libro questa forma è rafforzata dalla forza interiore delle parole, della poesia e del sentimento che scaturisce da questi.
Le pagine del libro d'artista sono concepite come supporto per l'elaborazione di idee: biglietti del treno, banconote, ritagli di giornale, bulloni o materiali di riciclaggio. Inoltre una specifica è la multisensorialità: un libro può essere toccato, odorato e visto.
Grazie a queste caratteristiche il libro diventa qualcosa di vizioso, curioso, un oggetto profondo da sbirciare e poi esplorare nelle sue parti più intime.  

3 commenti:

  1. questa scoperta genere in me 2 emozioni: fascino e repulsione. la prima trova affascinante questo 'nuovo' modo di raccontare e coinvolgere, non solo attraverso le parole, ma anche il tatto, l'olfatto, le figure, e magari pure l'udito.. un nuovo modo di lettura per un coinvolgimento sempre più totale.
    la seconda, la repulsione, trova che ciò non si possa definire libro. certo, la forma è la stessa, ma il contenuto? se il contenuto cambia, ma la forma no, rimane comunque ciò che era prima? direi in apparenza.. e allora, quanto vale l'apparenza in questo caso?

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  2. l'apparenza c'è, ma esiste perché noi stessi la costruiamo. è soggettiva come lo è l'arte non credi? un libro è uno strumento che racconta, che ha in sé dei concetti: contenuti che esprimono quindi e non contenuti come "dentro il libro".

    cos'è per te l'apparenza? forse solo capendo il significato per te del termine posso realmente capire cosa vuoi dirmi!

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  3. siceramente non so cosa sia per me l'apparenza. in ogni apparenza c'è un minimo di soggettività, a partire dall'occhio che osserva,il mio sguardo è differente dal tuo. quindi si può dire che l'apparenza non può essere oggettiva, poichè guardo con gli occhi, ma i miei occhi sono 'i miei occhi'.

    all'inizio intendevo apparenza oggettiva.. ma, se il ragionamento che ho fatto è giusto, ho capito che non ci può essere. quindi se parliamo di soggettività, allora tutto è permesso

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